11 MODI DI ESSERE FELICI

Che cos’è la felicità? L’enciclopedia Treccani risponderebbe che è lo “Stato di chi è sereno, non turbato da dolori o preoccupazioni e gode di questo suo stato”, un neuroscienziato direbbe invece che è un aumento dei livelli di dopamina e serotonina in circolo nel sistema nervoso, Al Bano e Romina Power direbbero che è un bicchiere di vino con un panino.

Ma esiste veramente una definizione univoca di felicità? Possiamo sempre definirci felici nello stesso identico modo?

“Se si potesse fare a modo mio, dovremmo eliminare la parola felicità dal dizionario”. Paul Ekman, psicologo statunitense che per primo studiò le microespressioni facciali e ne dimostrò l’universalità, pronunciò queste parole durante un’intervista col Dalai Lama nel 2009.

Il motivo di un’affermazione apparentemente così bizzarra è semplicemente che “felicità” è un’unica parola che però ha troppi significati diversi e, pur essendo riconducibile ad un’unica microespressione, ovvero essendo espressa allo stesso modo dal volto di qualunque essere umano sulla Terra, provoca nelle stesse persone sensazioni così variegate a seconda dell’evento che l’ha provocata da non poter essere espresse da una singola parola.

Nel momento in cui noti la felicità di una persona sul suo volto, sei veramente sicuro di aver compreso quali sensazioni sta provando e cosa le ha provocate?

Ti aiutiamo noi!

P.S. La felicità in questa foto è finitissima.

Vediamo qui una lista di “emozioni felici” che potranno darti un ventaglio di possibilità tra cui scegliere:

  • Divertimento: felicità espressa come risposta ad un fatto divertente, una battuta, una barzelletta, un’esperienza di gioco divertente. Solitamente è collegata alla risata.
  • Sollievo: scampato pericolo! Questo tipo di felicità compare solitamente dopo un periodo, brevissimo o prolungato, di ansia, tensione o preoccupazione per un possibile evento negativo che avrebbe potuto verificarsi. Può essere associata a tipici segnali di scarico tensionale, come ad esempio inumidirsi le labbra con la lingua o un’espirazione più consistente (il tipico sospiro di sollievo). Esempio: ti dico una bugia, istante di tensione per paura che tu non mi creda, mi credi, felicità/sollievo.
  • Piacere sensoriale: è una felicità legata ad una sensazione piacevole proveniente dai sensi, un profumo gradevole, il senso di soddisfazione dopo una gustosa mangiata, una musica dolce, un paesaggio mozzafiato, un piacevole massaggio alla schiena. Si tratta di una felicità immediata, proveniente dallo stimolo sensoriale in sé, senza bisogno di elaborazioni particolari.
  • Fierezza di sé: sensazione di soddisfazione legata al raggiungimento di un obiettivo, il meraviglioso senso di appagamento che sentiamo quando ce l’abbiamo fatta. Non è legata alla competizione, solo auto-realizzazione. Generalmente associata ad ancestrali gesti di dominio che aumentano le dimensioni della sagoma corporea: espansione del torace, raddrizzamento della colonna e sollevamento della testa, allargamento delle braccia o dei gomiti.
  • Naches: è un termine della lingua Yiddish (giudeo-tedesco) che indica la fierezza per i successi dei propri figli. Potremmo estenderla a fierezza per i successi di qualcuno a cui teniamo. Verrebbe da dire che è la stessa cosa della fierezza di sé ma…sicuri che sia proprio la stessa sensazione?
  • Euforia: sentimento di benessere legato ad un evento positivo o che si prospetta avere conseguenze positive. Potremmo definirlo un’esultanza per un evento piacevole fine a sé stesso o un senso di travolgente ottimismo per il futuro, immediato, prossimo o lontano.
  • Stupore: gioia per qualcosa di inaspettato, un regalo molto gradito, una sorpresa, una notizia inaspettata. Si può notare spesso questo tipo di felicità sul viso di una persona immediatamente dopo una microespressione di sorpresa.
  • Schadenfreude: termine tedesco che sta per “felicità per la sofferenza o la sventura del tuo nemico”. Eh sì, per quanto uno possa sentirsi una brutta persona ad ammetterlo, tutti noi abbiamo goduto di una qualche sventura altrui nella nostra vita. Può indicare anche la vittoria in una competizione, lo scoprire che “io avevo ragione e tu torto”. Curiosamente questo tipo di felicità viene spesso espressa dal viso con una delle cosiddette microespressioni miste che potremmo chiamare sorriso beffardo, che aggiunge alla tipica espressione di felicità il sollevamento del mento, che è invece tipico della tristezza. Potremmo interpretarlo come “dovrei essere triste per te, ma non lo sono per niente”.
  • Estasi: la piacevole sensazione di pace derivata dall’isolamento dalla realtà circostante e dal totale assorbimento in un pensiero piacevole. Espressa dal volto con un’espressione di felicità anche prolungata nel tempo. Hai presente la faccia beata di chi sogna ad occhi aperti? Quella.
  • Tenerezza: intesa come l’altruistica sensazione di benessere che deriva dal compiere un atto affettuoso o generoso o dal vedere qualcun altro compierlo.
  • Gioia dell’essere lodato: il senso di soddisfazione e benessere derivante dal ricevere l’apprezzamento o l’ammirazione di un’altra persona. In molte culture è etichettato come atto di vanità e quindi può essere associato a segnali di imbarazzo come il distogliere lo sguardo, solitamente verso il basso o il coprire parzialmente il viso con la mano.
Cosa si nasconde quindi dietro un sorriso?

Questi sono solo alcuni dei significati che può avere la parola felicità. Avere una gamma più ampia di possibilità ci aiuta a combattere quello che è il rischio maggiore per un buon calibratore delle altre persone: l’interpretazione affrettata.

Cosa si nasconde quindi dietro un sorriso? Tuo figlio dice che non è stato lui a mangiare tutti i tuoi cioccolatini, tu gli dici che sai che non è stato lui, lui mostra felicità per un istante. È felice perché hai creduto alla sua bugia (sollievo)? Perché è contento di averti fatto un torto (schadenfreude)? Perché è felice di aver mangiato quei deliziosi cioccolatini (piacere sensoriale)? O perché davvero non è stato lui ed è contento che tu ti fidi (gioia dell’essere lodato)?

Sii curioso ed esplora tutte le possibilità! E se ti viene in mente qualche altro modo di essere felice, faccelo sapere.

Stefano Basile

LE EMOZIONI AI TEMPI DEL CORONA VIRUS: CAPIRE SOTTO LA MASCHERINA

I contatti con le persone sono ridotti al minimo, lo sappiamo, e siccome al momento tutti indossano la mascherina, per fortuna non anche a casa, non è sempre così facile capire che emozioni stanno provando le altre persone, giusto? Potresti incontrare una commessa infastidita, un passante felice, un collega triste, o un vicino. Effettivamente la lista finisce qui, perché non hai molti altri posti in cui andare, e quindi persone da vedere… Se non la polizia che ti ferma per chiederti la certificazione, e sapere cosa sta provando potrebbe essere molto utile.  Ma andiamo avanti.

Solitamente per esprimere le nostre emozioni facciamo uso di tutta la faccia, e quando sparisce dalla nostra vista una parte fondamentale come quella della bocca, potremmo sentirci un po’ persi.

Ma vi svelo un segreto, tutto quello che dovete guardare sta negli occhi.

Siamo portati a pensare che se una persona è felice sorrida, ma anche una persona che si finge felice può sorridere, no? Quando una persona è veramente felice, forma ai lati degli occhi quelle che vengono chiamate zampe di gallina. Sono delle rughe dovute all’innalzamento dello zigomo. Quindi quello che devi controllare è: ci sono o no le rughe? Non hai bisogno della bocca. Inoltre la mascherina stessa tenderà ad alzarsi, proprio per l’innalzamento degli zigomi, che in questo modo sono anche più facili da notare.

Capire le emozioni: occhi felici

Parliamo invece di una persona arrabbiata. Ci sono tanti modi per mostrare rabbia, ma uno di quelli che riguarda gli occhi, prevede che gli angoli interni delle sopracciglia si avvicinino, facendo il classico sguardo da cattivo. Ci sarà anche una tensione sotto l’occhio e l’impressione che gli occhi siano più grandi, dovuto alla sclera che si allarga.

Capire le emozioni: Qualche faccia arrabbiata. Soprattutto il ragazzo.

E per le persone tristi? In loro gli occhi non possono darci nessun indizio, a meno che non siano lucidi, ma non è un fattore su cui fare affidamento certo. Per la tristezza dobbiamo fare molta attenzione alle sopracciglia. Le sopracciglia di una persona triste, tenderanno a convergere verso l’alto formando una specie di triangolo immaginario.

Capire le emozioni: Sopracciglia tristi

Ti sei mai reso conto di tutti questi dettagli? Quindi, la prossima volta che incontri qualcuno, cerca di mantenere le distanze di sicurezza, ma approfittane per fare un po’ di esercizio.  

Sonny Zanon

MICROESPRESSIONI FACCIALI PER I BAMBINI DANESI

Le Microespressioni Facciali sono una serie di micro movimenti muscolari codificati dallo psicologo Paul Ekman, che vanno a comporre un’emozione. Sono sette: felicità, paura, sorpresa, rabbia, disgusto, tristezza e disprezzo. L’uso di queste Micorespressioni viene spesso associato a casi criminali, in quanto sono un ottimo modo per capire cosa sta veramente provando una persona sotto interrogatorio. Di fatto, la loro fama è cresciuta molto dopo la serie “Lie to me”, col grande Tim Roth come attore protagonista. Ma questo, è l’unico uso che se ne può fare? Certo che no.

Ti fa comodo sapere se un tuo amico si finge felice? Capire se la tua ragazza, tua moglie, o tuo figlio sono tristi o arrabbiati? Le Microespressioni Facciali sono in realtà un ottimo strumento di empatia, che ti permette di creare migliori relazioni con chi ti circonda.  Prova ne è quello che fanno in Danimarca. Nel sistema scolastico Danese, c’è un programma nazionale obbligatorio che si segue fin dall’asilo e che si chiama Step by Step.

Ai bambini vengono mostrate immagini di coetanei che esprimono diverse emozioni: paura, tristezza, rabbia… Ovvero le sette emozioni primarie di Ekman, per intenderci. I piccoli descrivono le immagini e descrivono a parole quello che prova il bambino nella fotografia, imparando così a concettualizzare i propri sentimenti e quelli altrui. In questo modo imparano l’empatia, l’autocontrollo e come si leggono le espressioni del viso. Una parte importante del programma sta poi nel non giudicare quelle emozioni ma prenderle così come sono. Detto questo, ci tengo a ricordare per chi non lo sapesse, che i Danesi sono la popolazione col più alto grado di felicità nel mondo.

Saper capire gli altri, è il primo passo per andarci d’accordo.

Sonny Zanon